Con l’avvento di hardware di nuova generazione, più performante, è subentrato il nuovo Standard ATX 3.1.
La nuova specifica viene lanciata ufficialmente a settembre 2023 ed include la revisione 5.1 della specifica elettromeccanica della scheda PCI-SIG CEM 5.1. Vengono apportate modifiche alle escursioni di potenza sul binario da 12 V prelevato dalla scheda madre attraverso lo slot PCIe. Ora raggiunge picchi fino a 13,75 A per 0,1 o 165W (100 μs), rispetto ai precedenti 5,5 A. Molti produttori stanno già aggiornando i propri prodotti rendendoli di fatto, pienamente compatibili. Discorso totalmente differente per le schede madri che potranno subire cambiamenti maggiori dovuti alle dinamiche dello slot PCIe previste da Intel.
Ecco il nuovo connettore di alimentazione
12V-2×6: sostituisce il 12VHPWR.
Nonostante il gran parlare e preoccupazioni legate ai PSU meno recenti, le nuove specifiche di Intel riguardano aggiornamenti che potremmo definire minori. Non si tratta quindi di uno stravolgimento delle architetture e non richiederà ai produttori di riprogettare i suoi alimentatori in ottica futura.
Questa recente nuova revisione del principale standard ATX, ha portato vantaggi in termini di efficienza energetica e sicurezza. Seppure in forma ridotta. I principali cambiamenti riguardano infatti l’introduzione del nuovo connettore di alimentazione 12V-2×6. E’ a tutti gli effetti una nuova specifica di connettore che andrà a rimpiazzare il precedente, e non troppo longevo, 12VHPWR (abbreviazione di 12 Volt High Power) di ATX 3.0. Oltre le modalità 450W e 600W, vengono introdotte inoltre due nuove modalità di alimentazione che riguardano 150 e 300W. Prima di procedere, un piccolo passo indietro.
Cos’è lo Standard ATX 3.0
ATX (Advanced Technology eXtended) è uno standard di progettazione e specifiche per schede madri, case e PSU (alimentatori). Venne sviluppato da Intel nel lontano 1995 sostituendo il precedente standard AT (Advanced Technology). Analizzando il contesto alimentatori dove viene maggiormente accostato, ATX fa riferimento a una serie di specifiche che definiscono tra l’altro; dimensioni, connettori, tensioni di uscita, nonché funzionalità per garantire compatibilità e interoperabilità tra i componenti hardware.
Circa le dimensioni, quindi sulla compatibilità fisica delle componenti, escludendo per un attimo le connessioni, andremo banalmente ad acquistare una scheda madre ATX, col medesimo alimentatore e case compatibile ATX. Questo sarà in grado di ospitare materialmente la scheda madre di quel formato. ATX 3.0 include specifiche per il nuovo connettore PCIe 5.0 a 12 pin (12VHPWR), in grado di fornire fino a 600W.
Quali vantaggi dunque,
porterà lo Standard ATX 3.1
Tuttavia, le differenze tra le specifiche ATX 3.1 e ATX 3.0 di Intel sono in gran parte superficiali, e riguardano principalmente aggiornamenti minori piuttosto che cambiamenti sostanziali. ATX 3.1 introduce per lo più aggiustamenti sfumati ai requisiti di alimentazione e alle specifiche dei connettori, che non alterano radicalmente l’architettura fondamentale o gli standard di prestazioni complessivi stabiliti da ATX 3.0.
Nonostante questo cambiamento, il nuovo connettore è compatibile col precedente. Quindi nel nuovo standard potremmo comunque intercambiare i due cavi sostituendone la funzione. Tuttavia, il nuovo apporta migliorie non solo in termini di efficienza ma anche di sicurezza. Cambiando i pin di alimentazione (estesi di 0,25 mm) viene migliorata l’affidabilità della connessione con una superfice di contatto maggiore. In termini pratici gli utenti utilizzeranno i cavi come sempre ma oltre a notare un innesto differente avranno maggiori garanzie. Inoltre, i pin di segnale sono stati accorciati di 1,5 mm.
Nella precedente generazione c’erano problemi importanti circa il surriscaldamento, un’errato posizionamento del cavo poteva portare a problemi molto seri. In effetti, non era raro che il cavo venisse collegato in modo errato oppure che presentasse delle curve eccessive. C’è quindi un’altra differenza importante che riguarda il cavo 12V-2×6. Una volta che questo è collegato ai pin GPU “Sence 0” e “Sens 1”, verrà cortocircuitato internamente dalla GPU. Vuol dire che verrà inviato un segnale al PSU che sarà pronto ad alimentare la GPU in una modalità che potremmo definire come sicura.
Cos’è l’hold-up time (tempo di tenuta)
degli alimentatori per PC
Quando sentiamo parlare di hold-up time degli alimentatori si fa riferimento al tempo di tenuta. Questo parametro misura la capacità di continuare a fornire energia al sistema dopo un’improvvisa interruzione di alimentazione. Viene misurata solitamente in millisecondi (ms). In base alla tipologia di alimentatore questo intervallo può variare tra i 16 e i 20 ms. PSU di fascia alta hanno un hold-up time con valori superiori, questo dovrebbe garantire salvataggi di dati importanti. Principalmente sotto UPS.
Tale misurazione è inclusa anche nella certificazione di efficienza 80 PLUS,
seppur come valore minimo.
Con ATX 3.1, Intel sembra aver cambiato la logica sul tempo di mantenimento/tenuta. Vengono consigliati 17 ms all’80% del carico e 12 ms al 100% del carico. Praticamente vengono rallentate queste tempistiche alleggerendo la progettazione e l’ingombro (condensatori più piccoli) dei moderni alimentatori. Se da una parte quindi si richiede più efficienza e sicurezza, dall’altra non sarà troppo complicato rendere i PSU ATX 3.1 Ready. Il precedente standard era per così dire più severo poiché venivano richiesti i 17 ms a prescindere.